Comunicato stampa: “Bambina discriminata e legge 135/90”

 COMUNICATO STAMPA _ 19 novembre 2015

 

 “Bambina discriminata e legge 135/90”

Le dichiarazioni di Margherita Errico, in merito al caso della bimba sieropositiva rifiutata dalle scuole.

Si è conclusa la peregrinazione della bambina di 11 anni nata con HIV che, dopo 35 dinieghi di accoglienza, compreso quello della scuola media S.G. Bosco a causa di un improbabile esubero, è stata finalmente accettata da un istituto scolastico.

Spiega il presidente di NPS Italia onlus, Margherita Errico: “La nostra associazione, e la sezione Campania in particolare, è intervenuta immediatamente per agevolare la risoluzione del caso, purtroppo non isolato, nel migliore dei modi e nella massima tutela della bambina e della sua stessa famiglia adottiva che ha dimostrato grande coraggio e intraprendenza.”

Come sono andate le cose? Un Pubblico Ministero della Procura minorile ha suggerito di far istruire la bambina a casa, e così anche gli uffici scolastici regionali e provinciali.

Una soluzione inaudita e illegale in virtù della legge 135/90, che all’articolo 5, comma 5, recita: L’accertata infezione da HIV non può costituire motivo di discriminazione, in particolare per l’iscrizione alla scuola, per lo svolgimento di attività sportive, per l’accesso o il mantenimento di posti di lavoro.”

Continua Margherita Errico: “Gli organi sopra menzionati hanno dimostrato una grave ignoranza della legge che dovrebbero conoscere bene, e soprattutto della 135/90, esistente e tuttora valida, la cui applicazione avrebbe evitato un’inutile sofferenza a una bambina che si è vista costretta a iniziare l’anno scolastico il 3 novembre e ai genitori che hanno dovuto barcamenarsi in lunghe trafile burocratiche.”

E ancora: “Non esiste alcuna circolare ministeriale che abbia forza di legge maggiore rispetto alla legge succitata per cui ciò che da sempre Nps Italia onlus chiede è che la 135/90 venga rispettata e applicata.”

Un’ottima legge, prodotta negli anni dell’emergenza dell’HIV in Italia, che rappresenta uno dei pochi, buoni esempi di tutela delle persone con HIV in Italia; e il fatto che oggi, a distanza di 25 anni, non venga applicata perché non conosciuta è intollerabile.

“Per come sono andati i fatti siamo tornati indietro di 30 anni; i casi di discriminazione nell’accesso alla scuola, allo sport e al lavoro delle persone con HIV raccolti da NPS Italia onlus in questi anni ce lo dimostrano continuamente. Il problema di fondo è che nel nostro Paese la legge prevede che la persona discriminata, per poter vedere applicati i propri diritti, dovrebbe fare una denuncia nominale del fatto discriminatorio ma, in nome della tutela della privacy e della conseguente paura di essere stigmatizzati, troppo spesso le persone con HIV vedono calpestati i propri diritti. È necessario che tutta la società si responsabilizzi attraverso la conoscenza dei propri doveri, liberando le persone con HIV dal peso di uno stigma che non dovremo ormai più portare.”

Nessuno è tenuto a rivelare il proprio stato sierologico in nessun luogo o situazione, che sia la scuola, il lavoro o lo sport, né 30 anni fa né oggi in particolare, dal momento che le nuove terapie antiretrovirali riducono la carica virale del virus HIV a zero in tempi brevissimi.

Conclude il presidente di NPS Italia onlus: “Da questa vicenda emerge la necessità di fare una formazione a tutto tondo alle scuole, agli insegnanti, alle famiglie, ai responsabili dei servizi sociali e giuridici e badate bene, non stiamo dicendo tornare a fare informazione ma bensì “fare formazione” per colmare un vuoto istituzionale del nostro Ministero della salute e dell’Istruzione.”

 

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Comunicato stampa_bimba HIV