Coinfezione da HIV ed epatite C nei maschi gay

Le patologie epatiche restano una frequente causa di malattia e morte tra le persone sieropositive, e particolarmente problematica è la coinfezione con il virus dell’epatite, che provoca l’infiammazione del fegato. 

Dai risultati di uno studio condotto al Chelsea and Westminster Hospital di Londra si apprende adesso che i maschi gay guariti dall’epatite C vanno spesso incontro a una reinfezione.

Dall’infezione da epatite B o C si può guarire senza bisogno di farmaci, anche se è più difficile per chi è anche affetto dall’HIV. Per l’epatite B e l’epatite C cronica sono disponibili trattamenti farmacologici e – diversamente dall’HIV – si può arrivare a una completa guarigione.

Dopo aver contratto l’epatite B si diventa naturalmente immuni al virus che la causa: lo stesso non vale invece per l’epatite C, il che significa che si resta vulnerabili alla reinfezione. Sono stati rilevati tassi molto alti di epatite C tra i maschi gay sieropositivi in tutta una serie di città europee, statunitensi e australiane, il che è ormai unanimemente attribuito alla trasmissione del virus dell’epatite C per via sessuale.

Dagli studi di Londra è emerso che il 23% dei partecipanti, dopo aver eliminato il virus spontaneamente o in seguito alla terapia, hanno subito una reinfezione, un quarto di loro nel giro di due anni. In alcuni casi si sono rilevate anche seconde e terze reinfezioni – per un totale di 54 durante il corso dello studio. La raccomandazione degli autori è che i maschi gay siano sottoposti con regolarità al test per l’epatite C, per consentire la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo delle nuove infezioni.

Resoconto completo (in inglese) su Aidsmap

FONTE: aidsmap