In Italia Edurant e Eviplera

Pubblicate le due gazzette ufficiali che rendono disponibili in Italia il nuovo NNRTI Rilpivirina sia come singola compressa (GU n.25 del 30.1.2013, Edurant) sia come combinato (GU n.35 del 11.2.2013).

Queste le indicazioni terapeutiche per entrambi: indicati nel trattamento dell’infezione da virus dell’immunodeficienza umana di Tipo 1 (HIV‑1), in pazienti adulti mai sottoposti a trattamento con antiretrovirali con una carica virale ≤ 100.000HIV‑1 RNA copie/ml. Come per altri medicinali antiretrovirali, il test di resistenza genotipica deve guidarne l’uso.

Il tempo intercorrente dal decreto della Commissione Europea per la commercializzazione in UE al decreto italiano in Gazzetta Ufficiale per la commercializzazione in Italia è stato di circa 1 anno, quasi il più lungo in Europa.

Per averne ora l’effettiva disponibilità, cominciano le procedure per l’inserimento nei prontuari regionali e locali.

La nuova terapia antiretrovirale è un regime tre in uno che ha avuto il via libera della Commissione europea nel dicembre 2011 ed è indicato nel trattamento delle infezioni da virus dell’immunodeficienza umana di tipo 1 (HIV-1) in pazienti adulti mai trattati in precedenza con terapia antiretrovirale (pazienti naïve)  e con carica virale ≤ 100mila copie/ml di HIV-1 RNA. Come con gli altri antiretrovirali, si legge nell’RCP del prodotto, a guidarne l’uso deve essere l’analisi genotipica delle resistenze.

La nuova combinazione in dose fissa è il secondo regime tre in uno ad arrivare sul mercato. Il primo è stato la tripletta efavirenz, emtricitabina e tenofovir disoproxil fumarato, riuniti in un’unica compressa venduta con il brand Atripla.

Il nuovo prodotto, tuttavia, non è un ‘doppione’ di Atripla né si pone in competizione con essa. Piuttosto, va visto come complementare e rappresenta una nuova opportunità terapeutica per i pazienti italiani sieropositivi perché è la prima combinazione racchiusa in un’unica compressa (STR, dall’inglese Single Tablet Regimen) ad essere indicata per il trattamento dei pazienti naïve.

In quanto tale, il nuovo STR permette anche di soddisfare una delle raccomandazioni contenute nelle linee guida europee e nelle ultime linee guida italiane (del luglio 2012), che suggeriscono una netta differenziazione della terapia per i pazienti naïve con carica virale ≤ 100mila copie/ml di HIV-1 RNA rispetto a quella per i pazienti con infezione più avanzata e carica virale molto elevata.

L’efficacia e la sicurezza del nuovo regime antiretrovirale sono state ben studiate e sono dimostrate da cinque trial internazionali che hanno coinvolto oltre 2.500 pazienti. I primi due, ECHO e THRIVE sono gli studi registrativi che hanno portato all’approvazione di rilpivirina da parte delle autorità regolatorie europee, statunitensi e canadesi nel 2011. Gli altri tre, più recenti, sono gli studi StaR, SPIRIT e GS111, che si differenziano da ECHO e THRIVE in quanto questi ultimi hanno utilizzato i componenti separati della combinazione, mentre StaR, SPIRIT e GS111 hanno valutato direttamente la compressa tre in uno.

Gli studi ECHO e TRIVE
ECHO e THRIVE, pubblicati nel luglio 2011 su Lancet, sono due studi clinici internazionali di fase III randomizzati, controllati e in doppio cieco, che hanno confrontato efficacia, sicurezza e tollerabilità di rilpivirina rispetto a efavirenz in più di 1.350 pazienti adulti naïve con infezione da HIV – 1 in oltre 20 Paesi.

Nei due trial, rilpivirina si è dimostrata un’alternativa sicura ed efficace all’ampiamente usato efavirenz (l’opzione preferita per il trattamento iniziale dell’infezione da HIV), in combinazione con la terapia di background nei pazienti mai trattati in precedenza con gli antiretrovirali. Inoltre, rilpivirina ha mostrato un profilo di sicurezza favorevole ed è risultata meglio tollerata rispetto a efavirenz, che talvolta provoca effetti neurologici.

Nello studio THRIVE, i partecipanti sono stati trattati con rilpivirina 25 mg una volta al giorno o efavirenz 600 mg una volta al giorno più un regime di background scelto dal medico tra emtricitabina/tenofovir, abacavir/lamivudina oppure zidovudina/lamivudina. Nell’ECHO, i pazienti sono stati trattati con rilpivirina 25 mg o efavirenz 600 mg una volta al giorno, in tutti e due i gruppi in combinazione con la doppietta emtricitabina/tenofovir (Truvada, sempre di Gilead).

In entrambi gli studi, l’endpoint primario era rappresentato dalla percentuale di pazienti con carica virale inferiore a 50 copie/ml dopo 48 settimane di terapia ed entrambi i trial hanno dimostrato che rilpivirina ha un’efficacia non inferiore rispetto efavirenz e presenta un miglior profilo di effetti collaterali.

Sulla totalità della popolazione esaminata, la percentuale di pazienti che hanno raggiunto una carica virale non rilevabile (<50 copie/ml) alla 48esima settimana di terapia è stata dell’84,3% nel gruppo rilpivirina contro 82,3% nel gruppo efavirenz. Nella popolazione di riferimento (pazienti con una carica virale di base ≤ 100.000 copie/ml), alla 48esima settimana i pazienti che hanno raggiunto la non rilevabilità della carica virale sono stati il 90,2% con rilpivirina contro l’83,6% con efavirenz. Inoltre, l’incidenza dei fallimenti virologici è risultata simile nei due gruppi, rispettivamente del 3,8% e del 3,3%.

Rilpivirina, inoltre, ha mostrato una migliore tollerabilità rispetto al farmaco di confronto. L’incidenza complessiva degli eventi avversi di grado 2-4 è stata, infatti, circa la metà nel gruppo rilpivirina rispetto al gruppo efavirenz (16% vs. 31%), in particolare con un’incidenza significativamente minore di rash, vertigini, insonnia e una minore incidenza di anomalie lipidiche di grado 3-4.

Gli studi StaR e SPIRIT
Lo studio StaR, presentato nel novembre scorso a Glasgow, in occasione dell’International Congress on Drug Therapy in HIV Infection, è un trial multicentrico internazionale di fase IIIb, randomizzato e in aperto, che ha confrontato per la prima volta direttamente i due STR tre in uno. In particolare, è stata confrontata la combinazione emtricitabina/tenofovir disoproxil fumarato/rilpivirina con la combinazione emtricitabina/tenofovir disoproxil fumarato/efavirenz in quasi 800 pazienti sieropositivi naïve agli antiretrovirali, stratificati in base alla carica virale di partenza (≤100.000 o > 100.000 copie/ml). L’endpooint primario era l’efficacia a 48 settimane nell’abbattimento della carica virale al di sotto della soglia di rilevabilità.

Nel complesso, il nuovo STR è risultato non inferiore a quello di confronto in termini di soppressione virologica a 48 settimane e in particolare ha mostrato un’efficacia significativamente superiore nel sottogruppo di pazienti con viremia inferiore a 100.000 copie/ml, cioè nel gruppo di pazienti per i quali il prodotto ha ottenuto l’indicazione.

Inoltre, i due regimi hanno mostrato percentuali complessivamente simili di fallimento virologico a 48 settimane (8% contro 6%), ma la combinazione emtricitabina/tenofovir disoproxil fumarato/rilpivirina si è confermata significativamente meglio tollerata rispetto a emtricitabina/tenofovir disoproxil fumarato/efavirenz, con una minore incidenza di eventi avversi psichiatrici e nerurologici e meno abbandoni dello studio a causa degli effetti collaterali.

Infine, lo studio SPIRIT, presentato anch’esso al congresso di Glasgow, è un trial multicentrico internazionale di fase IIIb, randomizzato e in aperto, della durata di 48 settimane, che ha valutato per la prima volta efficacia e sicurezza dello switch da un regime basato su un inibitore della proteasi alla combinazione emtricitabina/tenofovir disoproxil fumarato/rilpivirina in quasi 500 pazienti virosoppressi, naïve agli NNRTI.

Il trial ha dimostrato che lo switch al nuovo STR ha determinato il mantenimento della soppressione virale in oltre il 93% dei casi dopo 24 settimane di terapia, mostrando un risultato numericamente superiore anche rispetto al gruppo di pazienti che hanno proseguito la terapia con il regime contenente l’inibitore della proteasi.

Single Tablet Regimen
I cosiddetti regimi in singola compressa (Single Tablet Regimen, STR) rappresentano un traguardo importante nella recente storia della terapia antiretrovirale. Come dimostrato da numerose evidenze scientifiche, il passaggio ad STR incrementa l’aderenza del paziente e la persistenza e, di conseguenza, aumenta le probabilità il successo a lungo termine della terapia antiretrovirale altamente efficace (HAART).  La riduzione del pill burden e della frequenza delle assunzioni rappresentano, quindi, due fattori determinanti per il successo della HAART, soprattutto alla luce del fatto che, in base alle conoscenze attuali, essa dovrà essere proseguita per tutta la vita.

 

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FONTE: pharmastar.it