Tra il beato e il beota

 

Tra il beato e il beota
di Pino Zumbo

Glauco e Livio escono dal bar sorridendo. Il temporale ha sciacquato i caruggi.
Lavando la puzza di piscio e rumenta che persevera in alcuni quartieri del centro storico.
Diciamo quelli… che hanno potuto appendere le mutande al balcone ai tempi del G8.
Quelli, dove non passavano gli sguardi  del circo potentato.
 

S’incamminano tra i vicoli sorridendo, hanno piacere di rivedersi…
Ne hanno combinate parecchie insieme, quando erano pivelli, …di cotte e di crude.
Svoltano da via Prè  nella piazzetta dei Trogoli di S.Brigida, la coppia s’imbatte in un’irritante lezione di vigliaccheria gratuita. Quattro conoscenti spintonano malamente un loro coetaneo.
Sembra tiri brutta aria…
Già, tira aria… di botte.

 

A qualche metro, una ragazza con la faccia scazzata e assente, è seduta sul gradino di un basso.
Tiene tra le dita della stagnola annerita, e ha l’espressione di un cane abbandonato
.
Che succede? Chiede Glauco alla ragazza seduta nel vicolo.
La biondina risponde annoiata:
Godono a vessare e umiliare Simone.
Il gay… quello che studia al conservatorio
.
Glauco interviene, quella è la sua zona, nel suo quartiere.
Ehi! In quattro… Che cazzo combinate! Lasciatelo stare!
I quattro si fermano. Sono ragazzi del quartiere, Glauco li conosce, teste calde sempre disposte a combinare casini e violenze in giro. A loro volta, figli o fratelli minori della stessa risma.

Il più convinto è alto, tracagnotto, col naso schiacciato e la faccia da killer.
Ha tatuato sul collo un fascio littorio contornato da filo spinato.
Sfoggia una specie di codino spelacchiato dietro la nuca.
Forse, ultimo baluardo a ricordo di una folta chioma che fu… prima che il suo desolante cranio si riducesse a un capello… ogni fermata d’autobus.

Sono tutti e quattro parenti a vario titolo, di gente che ha peso nel quartiere.
Amici di lungo corso sia di Livio che di Glauco, anche se rimane la solita belìna di sempre.
Un ottuso drogato da competizione.
Livio non li ha mai visti… ma i ragazzi pare lo riconoscano di ‘nomina’.
Inoltre ha un pitbull al guinzaglio che non ha più le orecchie a tortiglione… ma il muso di un cane teso e in campana….

Il tracagnotto è spavaldo, come la situazione richiede, s’atteggia, intima con tono imperativo:
Glauco… non t’immischiare! E’ solo un buliccio di merda.
A Raà non piace il tono e la faccia seria del tipo, rivolti minacciosamente verso Livio e Glauco.
Non ha ancora afferrato bene come butta, ma nel dubbio… sta’ in bossa.
Un altro ragazzotto, col bomber nero, lo incalza:
 
E’ un ciuccia belini, un culo allegro, un depravato… Feccia della società!!!
Livio interviene, s’incazza d’acchito:
E voi chi siete? I nazisti dell’Illinois? I quattro carpentieri dell’Apocalisse?
Cerca di mantenersi calmo, dopotutto ha un pitbull al guinzaglio con un carattere particolare, se facesse qualche gesto inconsulto, Raà potrebbe andargli dietro, senza contare fino a mezzo.

Glauco è avvelenato. Ma di che parli?! S’avvicina con l’occhio di tigre.
Gli scappa un manrovescio al volo, come se fosse partito un colpo… mentre si guardava la mano.
Ma te lo immagini, se ogni stronzo d’Europa che passa per strada, ti prendesse a sberloni…?
Solo perché sei un tossico di merda? Come se questi… fossero cazzi suoi?
Il ragazzo ha accusato lo schiaffone. Si possono quasi delineare le impronte digitali dell’artefice.
Anche tu sei un tossico di merda! Come me. Che cazzo c’entra questo?!?
Glauco vorrebbe ‘partirci’ di seconda, ma se ne sta’…
Livio ghigna e sbuffa:

Siete ridicoli. Parli di feccia…
Tu? Voi? A che punto della scala sociale vi piazzate?

Gli scappa da ridere… Feccia…
Cos’è? Le stronzate le dici con la bocca perché col culo ti ci guadagni il pane?
Siete proprio… una manica di poveri stronzi convinti.
Raà osserva con occhi severi, emette una specie di ringhio sommesso…
Lo sguardo della bestia… la dice lunga… i muscoli e i nervi si tendono.

Glauco è perentorio, lucidissimo, in campana:
Simone… sparisci alla svelta.
Vattene a casa!
Simone non se lo fa’ ripetere, evapora… all’istante.
Siete dei guappi di cartone…
Innanzi tutto, che sia gay… è tutto da dimostrare.
Che suoni l’arpa al conservatorio, non vuol dire un bella cippa di cazzo.
Livio non si capacita:
Comunque, anche nel caso… non resterebbero pur sempre ‘cazzi suoi’?
Nel vero senso della parola?

Glauco rincara la dose:
Fino ad oggi, non mi risulta, si sia mai permesso di ‘molestare’ o di entrare dentro le mutande firmate di nessuno di voi. O sbaglio?
E’sempre stato corretto, tranquillo, a suo modo brillante, …e non se la canta mai.
A conti fatti, se vi guardate intorno… è migliore di molti altri.
Lascatelo in pace.
Il buzzicotto sferza il colpo di coda… domanda con sarcasmo e malcelata strafottenza:
E’ un ordine?
Livio lascia il guinzaglio a Glauco… avvicinandosi al bulletto.
È un consiglio. Anche se sai sbagliare da solo.
O vuoi discuterne più approfonditamente face to face in un luogo più appartato?
Come già detto, i ragazzi non conoscono personalmente Livio.

Ma anche se è fuori dal giro, pare riesca a conservarsi sempre un certo rispetto.
La strada è la palestra del diavolo, ed è un ambiente nel quale (bene o male) ha sempre saputo ‘stare al mondo’. Un microcosmo con regole mai scritte, dove tutto ha un peso specifico.

Rinsaviscono, tutti abbassano le orecchie e mollano il colpo.
No. Accetto il consiglio. Beviamo qualcosa?
I ragazzi abbozzano un sorriso diplomatico, che allenta la tensione.
Andiamo di fretta, siamo usciti adesso dal bar… sarà per un’altra volta, senza offesa.
Non c’è bisogno della bevuta, per suggellare il ‘malinteso’.

Restiamo in credito di una bevuta… e a buon rendere.
Ok, ragazzi, come volete, alla prossima allora.
Si congedano. La coppia riprende a bighellonare nella notte tra i vicoli…

La luna è prepotente… riesce a sfondare le nubi che attanagliavano il cielo.
E’ meravigliosa, risplende luminosa sulle capoccette dei vicolanti.
Accucciato ad incatenare lo scooter al palo del cartello stradale, c’è una faccia conosciuta…

Guarda chi c’è! …Daffy…
Belin! …Daffy…
Cimitero degli elefanti…
Un altro dinosauro sopravvissuto riaffiora dai ricordi di livio, cristallizzati nel dimenticatoio.
Ciao vecchia squama infettiva! Come cazzo stai?
Daffy si rialza sorridente e sorpreso:
Guarda chi c’è!? Livio! La mia esule cariatide virulenta…
Che ci fai qui? Ti vedo abbastanza bene…

Quel ‘abbastanza’ mi consola.
Glauco li osserva con una punta d’invidia e ammirazione, mentre si abbracciano stretti.
Sono come due fratelli. Due residuati tossico/infettati/ivi del secolo scorso.
I post sopravvissuti e sdrogati del nuovo fottuto millennio.
Mi era giunta voce che due anni fa, stavi molto male.
Pareva fossi in procinto, di lasciare quest’assurda valle di lacrime ipocrite e senza senso…

Mi tirava il culo andarmene… e non rivedere più la tua scorreggiante faccia da condilomi.
Ho agguantato anche a questo giro… per vedere (ancora una volta) l’effetto che fa’.
Anche se mi hanno innestato un tubo di plastica al posto di un bel pezzo di aorta femorale.
Daffy s’incupisce per un attimo: Mi raccomando! Non fare lo scemo…
Ma il sorriso ricompare subito: Sei e sempre rimarrai, il mio piccolo sacchetto di merda preferito..
Pieno di virus, genio irrequietezza e poesia
.
Glauco ridacchia… Ragazzi, sentirvi parlare… è come abbracciare intensamente un cactus.
Questo… è uno dei gioielli più rari e preziosi prodotti della nostra suburra.
Livio sente odore di casa… Non dire belinate… Sentite il profumo?
È il forno… qua dietro. Le prime teglie di focaccia della notte sono appena state sfornate…
Belin, …si sente. Livio non resiste:  Fratelli… è l’ora di circondare e attaccare il panificio.
La saracinesca e abbassata per metà, il trio inchinandosi entra nel forno. Altra sorpresa.
Il principale ha un nuovo fornaio… Carmelo (Scuntintizza… perché è sempre scontento, insoddisfatto, scazzato), amico di vecchia data del trio.

Alla fine nei caruggi… si conoscono tutti.
Scuntintizza! Ti sei messo a spacciare focaccia e farinata alla fauna notturna?
Scuntintizza una sega! Mi chiamo Carmelo, come ben sapete, banda di stronzi.
Eccolo qui, il trio malanova: Mimì Cocò e cagam’u cazzu.
Belin Melo, ogni volta che ti vedo, …diventi sempre più brutto.
Scuntintizza non si scompone: Sarai bello te. Col tuo sorriso impressionante.
I denti che ti ritrovi sparsi a muzzo in bocca, sembrano sparati a caso con la fionda…
Chi è il tuo dentista? Uno psicofallito?

Per raddrizzarteli non basterebbe un apparecchio… ci vorrebbe la Vergine di Norimberga.
Livio e Daffy si sganasciano dalle risate… Glauco abbozza amaro.
Quanta focaccia volete?
Mezza teglia, e dammi anche tre crafen con crema e due bottiglie di Bonarda.
Salutando cordialmente Carmelo, pagano e escono.
Andiamo a farci lo spuntino nella mia tana, ma niente casino supplementare.
La mia compagna dorme, e se si sveglia… ci fa’ passare la voglia di essere qui.
Belin, è petulante e noiosa, come un rosario di comari…
Glauco ha ceffato l’occasione per tacere.
Senti un po’, testa piena di mancanze, ti punzecchi ancora le braccine e prendi pure lo sciroppo…
Mi faccio uno schizzetto ogni tanto… lo sciroppo lo sto’ scalando.
Daffy si altera: Ti sentiamo dire questa cagata a cadenza settimanale, da quando ti conosciamo.
A parte che ogni volta che t’incoccio, sei sempre ben cotto… o mezzo al sangue.
A scalaggio con lo sciroppo… a quanto sei?

140 mg ogni mattina, lo assumo alla somministrazione.
E quando penseresti… di riuscire a levartelo?
Glauco interviene sarcastico: Quando il cazzo fa’ l’unghia…
Una schiavitù eterna, subdola, obbligante, e se non hai abbastanza palle.. senza fine pena.
È il mio unico ‘nutrimento’. L’unica panacea possibile.
Quella che mi consente di affrontare la giornata.
Per equipaggiarmi all’incuranza, a qualunque sacrificio o nefandezza.
Ne ho bisogno per stare dritto, altrimenti striscerei come gli invertebrati.
Livio è incazzato e deluso, come in fondo Daffy.
Glauco è un bravo Cristo, con molte potenzialità, uno spreco, un peccato.
Che con tutta probabilità, rimarranno prigioniere dell’aridità di una vita sprecata, che forse meritava di essere affrontata e vissuta con più rispetto.
Glauco, è tanto tempo che strisci così in basso… da poter contare i peli del culo di un serpente.
È a disagio… ha la stessa età degli altri due, ma lui… è rimasto in fondo al pozzo.
Ragazzi, marcia indietro. Avete scardinato senza pietà il mio punto di vista.
Mi avete avvilito. Siete troppo avanti, mi sento da meno.
Preferisco tornare a casa e infoderarmi nella branda.
Glauco… dilla tutta. Lo schizzetto della staffa t’attende?
Sì. Domani lo sciroppo potrà andarsene affanculo, sono coperto, con le grammate che ho in tasca.
La coppia di amici acquista una lapalissiana consapevolezza.
Intuisce che per il terzo… meglio non dirlo.
La vedo lunga e ardua per te frè…
Ma almeno per un giorno, ti eviterai l’avvilente e squallida trafila quotidiana…
La coda dei disperati, i bicchieri di carta, l’acqua dentro la caraffa ingiallita dall’usura di decenni… La schiera di botticini colmi di veleno dolciastro e legale, incolonnati come un plotone d’esecuzione sullo scaffale dietro gli infermieri, che lo distribuiscono agli sfigati che ogni mattina s’incolonnano a testa bassa, aspettando la propria razione.
Comunque l’Eptadone che assumevamo una volta, non era la sciacquazza del Metadone di oggi.
Livio e Daffy si guardano in faccia scoppiando a ridere.
Come le mezze stagioni, anche lo sciroppo… non è più quello di una volta… e giù, un’altra risata.
Glauco si congeda accarezzando Raà: Ciao merdacce… alla prossima.

I due salgono nella tana di Daffy. La compagna dorme.
Si accomodano sul comodo e strategico divanetto in cucina, ripone i crafen nel frigo.
In attesa della mattina che verrà. Chiudono la porta per non disturbarle il sonno.
Daffy stappa una bottiglia di ottima Bonarda e scarta la focaccia calda sul tavolo.
Preparo una cannetta, per aprirmi lo stomaco, scazza?
Mi prendi per il culo? Certo…e passala! Livio ride.
Qualche tempo dopo, anche la seconda bottiglia è arrivata quasi al termine.
Sono in quello stato… tra… il beato e il beota.
La focaccia è già stata spazzolata tutta. Livio gira la cannetta del commiato…
D’un tratto, Daffy poggia la testa sullo schienale, parte con un ragionamento:
La vita nasconde la propria magia… la propria arte.
Livio lo guarda perplesso, mentre lecca la cartina.
Il bimbo di un tempo, continua ad albergare sempre in noi.
Questo bimbo è in grado di comprendere gli istinti magici.
Possiamo soffocarne il pianto… ma non farne tacere la voce.
Livio arriccia… e quindi appiccia.
Si affloscia sul divano sprofondando in una nuvola di marijuana farmaceutica.

Se non riusciremo, se non torneremo a guardare la vita con l’innocenza e l’entusiasmo dell’infanzia, non ci sarà più significato nel vivere.
Livio ha già sentito questi concetti, o forse gli ha letti da qualche parte, ma non è molto importante.
È estasiato, dal discorso e dalla Bonarda…, passa la canna all’amico.

Daffy aspira due boccate serie, tenendo il fumo fermo nei polmoni per alcuni secondi.
Non vergognamocene, quel bimbo è solo, e quasi mai ascoltato.
Non provo nessuna colpa paura o vergogna. La vita ha ragione:
Esistono momenti in cui è ancora necessario correre dei rischi…
Altre due boccate con stesse modalità…
Compiere dei passi folli.
Le pupille sono crepate di capillari esausti, ma lo sguardo scandisce profondità.
Provavo pena per me stesso… Per il bauletto delle mie memorie…
Che per moltissimi anni ha custodito le stesse storie.
Pensa alla sua compagna…
Nella vita reale, è necessario che l’amore sia ‘possibile’.
Anche se il riscontro non è immediato.
Daffy ripassa la canna a Livio…
L’amore riesce a sopravvivere solo quando esiste la speranza, se pur remota o lontana, che conquisteremo la persona amata.
Livio non la riprende… si è abbioccato.
Il resto è solo fantasia…
La porta della cucina si apre…
Lei appoggia un plaid scozzese sul corpo di Livio.
Sorride a Daffy, carezzandogli il viso dolcemente.
Amore… Lo alza con cautela, tenendolo per mano.
Ti stavo ascoltando… Ti amo… andiamo a dormire.
Al risveglio Livio non c’è più. Ha lasciato un sorriso disegnato su un tovagliolo di carta.
Con un bel joint prefabbricato poggiato sopra.
La nottata trascorre con religiosa armonia…
Resta la musica (Trespass dei Genesis) a coccolare i loro sogni.
Buonanotte mondo.

Fine.