Inadeguato l’investimento nella riduzione del danno per gli IDU

"L’investimento internazionale nella riduzione del danno per i consumatori di sostanze stupefacenti per via iniettiva (IDU) è spaventosamente inadeguato, si è appreso alla Conferenza di Melbourne.

Ai delegati è stato riferito che gli stanziamenti coprono attualmente solo il 7% di quanto sarebbe necessario per attuare interventi così importanti per una popolazione estremamente vulnerabile all’HIV e alle epatiti virali.

Un’indagine internazionale ha rilevato che nel 2010 la somma destinata alla riduzione del danno è stata di 160 milioni di dollari statunitensi, vale a dire una piccolissima parte di quei 2,3 miliardi che servirebbero per fornire una copertura adeguata.

Tra gli elementi fondamentali degli interventi di riduzione del danno per gli IDU si possono annoverare i programmi di scambio di siringhe, la terapia sostitutiva degli oppiacei, l’offerta di test e counseling per l’HIV e di terapia antiretrovirale, la distribuzione di preservativi, l’accesso a diagnosi e trattamento delle MST, delle epatiti virali e della tubercolosi.

Eppure in 71 paesi al mondo non esistono programmi per lo scambio di siringhe, e in ben 81 non viene offerta la terapia sostitutiva.

I dati sembrerebbero addirittura indicare che il finanziamento dei programmi di riduzione del danno sia progressivamente calato a partire dal 2010.

Secondo Sir Richard Branson, membro della Commissione Globale per le politiche sulle droghe, si passa troppo tempo a mettere in prigione chi fa uso di  stupefacenti, sprecando risorse che sarebbero meglio spese in interventi per l’educazione e nell’offerta di trattamento.

Dalla Conferenza giunge un appello affinché l’investimento sulla riduzione del danno arrivi al 10% delle spese totali per le politiche antidroga entro il 2016.

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