Il banco vince sempre

Dopo le tremende ustioni del destrorso quinquennio berlusconiano, tornai alle urne dopo quindici anni di totale diserzione. Votai a sinistra. Per cercare di superare, di formare una piccola crosta, che fermasse questa inarrestabile emorragia di diritti, di libertà, di giustizia sociale, di spreco e sperpero di risorse, di nauseabondi privilegi e leggi create a misura di potente. Era fatta. Per pochissimo, ma era fatta.

Invece in quell’anno e rotti che fanno? Demoliscono tutti gli scempi, legislativi economici sociali e salariali dei pregiudicati precedenti? Bloccano i conflitti d’interesse e tutte le altre gabole pro soliti noti? No. Troppo presi a litigare fra loro come comari da cortile. Si poteva rafforzare la crosta spandendo penicillina attraverso il demolimento dei mostri legislativi, invece no. Contrariamente si sono fatti saltare in aria, sgretolando la crosta. Adesso sguazziamo tutti nel pus.
Sono tutti complici per me, le due facce della stessa moneta falsa. Uomini fasulli, senza scrupoli, inebriati dalla cupidigia e dal potere, monchi di principi morali o ideali, se non quelli di un mercenario mediocre, che si fa i conti di un garzone di bottega. Poco importa se ha la villa con piscina e il Jaguar con autista, nell’intimo rimane un ominicchio. Un usurpatore di consensi basato sulla menzogna, l’inganno, l’arroganza del denaro.
Il successo, i quattrini… il sogno eterno della massa. Da non precludere a nessuno, neanche a quelli che ormai sono alla canna del gas.
Stamattina ascoltavo la radio seduto sul cesso. Ad un certo punto parte il jungle della pubblicità. Pubblicizza il poker online, dove si fanno tornei e si giocano soldi veri. L’ho già vista anche alla televisione molte volte, sono un appassionato del gioco e mi guardo tutte le partite che trasmettono su italia1. Quando praticavo la passione per il gioco ( a livello amatoriale,  mi galvanizzava l’eccitazione del rischio e della posta in palio) dovevamo agire carbonaramente e con molta circospezione, praticarlo era un reato, se spuntavano soldi ad un controllo della polizia eri fottuto. Condanne, diffide… non la finivano più. Tutto sommato mi sembrava accettabile, ho conosciuto tanta gente che è andata a bagno di brutto, s’è rovinata.
Evaporando lavoro e amici, trascinando nella merda l’ignara famiglia.
Debiti, galera, miserie… una brutta bestia. Se non erro ci dovrebbero essere anche alcune ‘specie’ di comunità che speculano sul recupero dei pazienti giocatori. Una malattia insomma.
Sochmel come cambiano in fretta i tempi! Il trasformismo accelerato ha trasformato il poker.
Da reato e comunità \’di recupero\’, a pubblicità sui media…
Prima dovevi stare in guardia, non fidarti e stare attento, perché lo giocavano professionisti, bari, ceffi loschi, ti sbucciavano l\’orefizio. Ora lo può giocare qualsiasi stronzo, qualsiasi casalinga, seduto sulla sua fottuta poltrona. Ipocritamente, come beffa di vaselina, ti dicono anche il messaggino: "… gioca con moderatezza…" come se un giocatore d\’azzardo potesse possederla!
Tranquilli.
Intervisteranno sempre la casalinga americana, che è diventata miliardaria col poker.
Non intervisteranno mai i milioni di persone, quelle che non hanno vinto mai, che hanno perso tutto, inaridendo la loro vita e di chi li amava.
Si presenta il moccioso sofisticato, ammiccante con la frangetta ribelle, a dirti che "anche tu puoi farcela!"
Certo, a mettergli i soldi in tasca. Il poker non s’inventa, non è un gioco per gonzi, tutt’altro.
C’è disciplina, metodo, mestiere, freddezza. Per uno che passa, migliaia vengono pelati.
E’ come un bancomat.
Discorso simile, per la marea di agenzie di scommesse sparse in ogni dove.
Che dire della galassia dei gratta e vinci venduti ovunque? Del lotto, enalotto, superenalotto?
I video poker nei luoghi pubblici, erano una minaccia sociale fino a poco tempo fa, la finanza ribaltava tutto, perché la mafia ci lucrava abbondantemente. Non era importante il rischio di rovinare persone, ma di fermare i proventi delle mafie.
E’ cambiato solo lo spacciatore, con incrementi nel numero e nelle possibilià.
Una volta o andavi al casinò o nisba. Non l’avevi la possibilità di asciugarti il conto nella latteria sotto casa. E’ tutto un altro approccio.
Li vedo nei barretti e perfino nelle tabaccherie, ingobbiti sullo sgabello, con gli spiccioli in mano, come macchine, ripetono lo stesso gesto, pestano su quei tasti come se si stassero vendicando con la vita, inebetiti come pesci in anossia, seguono lo scorrere vorticoso dei simboli, neanche un sorriso o un\’ imprecazione. ….solo un gesto rituale ripetuto all\’infinito, fino aquando non ci sono più soldi.
Ho un\’amica di 25 anni, perfettamente normale e capace, che ha deciso di uscire di casa e andare a lavorare con 5 euro in tasca, perchè \’senza accorgersene\’ era ormai al salasso e non sopportava il gesto riflesso di giocare, in ogni dove. Non hai scampo, bar, autogril, cessi pubblici, latterie, tabaccai, … se hai dei problemi… non hai scampo. Altro che viziosi da sala giochi.
Le tv omettono. Intervistano il morto di fame di turno, schiacciato dai mutui accesi per l’inutile e il superfluo, incalzandolo con domande che neppure comprende. Uomo o donna, tutti uguali.
Nascosti dietro l’occhialone alla moda e ostentando stili parole e cadenze che scimmiottano. Pensano con la testa degli altri.
Lo stato sta focalizzando una truffa psicologica subdola.
Infetta e corrompe, legalizza e spaccia l’azzardo. Come un prestigiatore, salassa speculando sui poveri cristi, che si buttano nell’illusione e la speranza di uscire dalla miseria.
Non stiamo parlando dell’anziano che si gioca il terno e le ambate al lotto, come un rito, una tradizione, una scaramanzia, una speranza, un passatempo.
Inseguendo miraggi patinati, la gente si rovina.
Istigano al gioco. Montepremi da sogno e pubblicità ammiccanti.
I montepremi le fanno le giocate dei disperati o idioti che li alimentano.
Si riuniscono per il sistemone. Per uno che ce la fa…
Tutti hanno diritto e speranza nella fortuna. Sei nella merda? Gioca che forse ti passa.
Abbi fiducia, fai girare l’economia, comprati la poltrona spaziale, superflua, accendi un mutuo.
Il banco vince sempre.   

 Caino