Al via Entecavir in Italia

    E’ ora disponibile anche in Italia entecavir, nuovo trattamento orale contro l’infezione cronica da virus dell’epatite B: l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), infatti, ha dato il via alla commercializzazione di questo farmaco sviluppato nei laboratori della Bristol-Myers Squibb, primo farmaco specificamente disegnato per bloccare la replicazione del virus responsabile dell’epatite B (HBV), indicato nei pazienti adulti con epatite B cronica con malattia epatica compensata ed evidenza di replicazione virale attiva, persistente aumento dei livelli di aminotrasferasi nel sangue e malattia epatica istologicamente attiva.

    Entecavir si caratterizza per un basso rischio di sviluppare resistenza. Sono necessarie infatti almeno tre mutazioni differenti per generare un ceppo virale resistente ad entecavir: si tratta pertanto di un farmaco ad “alta barriera genetica”.


In Italia, sono circa 900.000 le persone contagiate dal virus dell’epatite B e quasi un terzo degli infetti risulta aver sviluppato la malattia cronica. In tutto il mondo sono più di 2 miliardi le persone contagiate e 350-400 milioni in forma cronica. L’epatite B è la decima causa di morte in tutto il mondo, con 1,2 milioni di decessi l’anno, e l’infezione cronica da epatite B è la causa principale del carcinoma epatocellulare, una forma di cancro del fegato. Il virus dell’epatite B è 100 volte più contagioso di quello dell’HIV, che causa l’Aids.
La misurazione della quantità  di virus dell’epatite B nel sangue, detta ‘carica virale’, può essere un modo significativo per prevedere la progressione verso malattie epatiche importanti quali il cancro del fegato. L’infezione cronica è considerata fattore responsabile dell’80% dei casi di cancro del fegato al mondo.


“I portatori di infezione cronica da HBV e HCV mostrano un rischio relativo di sviluppare un tumore epatico cento volte maggiore rispetto ai soggetti non portatori, rischio che diminuisce nei casi in cui l’infezione sia contratta in età  adulta – ha detto il prof. Antonio Craxà¬, ordinario di medicina interna all’università  di Palermo – Entecavir è un farmaco di prima linea che va somministrato per i pazienti che non hanno mai utilizzato l’altro farmaco, la lamivudina che sviluppa invece resistenze e che non farebbe ottenere risultati eccellenti”. L’esperto ha poi sottolineato l’importanza delle vaccinazioni perchè con l’immigrazione e il sesso commerciale, una nuova serie di epatite B acuta si sta ora affacciando in Italia.


Il 50% delle persone con epatite B hanno un’infezione inattiva, con poco virus che può in ogni momento trasformarsi in malattia cronica, sfociare in cirrosi e arrivare fino al cancro epatico – ha aggiunto il prof. Mario Rizzetto, direttore dipartimento malattie apparato digerente dell’azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino – la terapia migliore è l’inibizione del virus con una terapia che permette di abbattere velocemente e in profondità  la viremia in modo di evitare resistenze”.


“Entecavir – ha aggiunto il prof. Giampiero Carosi, direttore dell’istituto malattie infettive e tropicali all’università  di Brescia e presidente della Simit (società  italiana di malattie infettive e tropicali) – è un potente antivirale che agisce in maniera selettiva sul virus HBV inibendone il DNA polimerasi, l’enzima che serve al virus per replicarsi, il fattore che maggiormente incide in termini di progressione della malattia. L’efficacia di un farmaco è espressa dalla percentuale dei pazienti che arrivano alla non rilevabilità  del virus nel sangue: entecavir ha dimostrato un’azione estremamente efficace nel ridurla a valori non rilevabili nei diversi tipi di pazienti con epatite cronica da HBV”


Entecavir è reso disponibile dal Servizio Sanitario Nazionale in classe H.