Medici e ricercatori italiani a Toronto

    


Il Convention Centre ospita, dall’inizio del congresso, i maggiori esperti nel campo, e tra questi anche medici e ricercatori italiani.

«Io ho fatto una presentazione su un fenomeno che spiega perchà© alcune donne sono meno a rischio di contrarre il virus», spiega Mario Clerici, docente di immunologia all’Università  Statale di Milano.

    

    Â«Queste donne – continua il professore – hanno rapporti non protetti con il partner sieropositivo e nonostante ciò non si ammalano. In sostanza una proteina solubile che si chiama IL22 attiva una cascata di fenomeni che permettono la protezione a livello genitale. Si tratta di un 13-19 per cento che, sia per motivi genetici che per un particolare assetto, non è suscettibile al virus. Abbiamo analizzato un campione di 85-100 donne non infettate di Firenze per anni e abbiamo verificato, appunto, che tra la serie di fattori per cui non si ammalano c’è la produzione di questa proteina».

Anche Clerici ha trascorso un perido all’estero, come molti altri studiosi, ma poi ha deciso di ritornare in Italia: «Sono stato a Washington per sette anni e poi sono tornato in Italia. Come me, tutta la leva di scienziati che si occupano di Aids tra i 40 e i 50 anni, dopo essere stati all’estero, sono tornati in Italia».
Un ritorno giustificato dal fatto che alla ricerca condotta dall’epidemiologo non mancano fondi: «Da parte mia devo dire che non ci sono problemi di fondi. Se sei un valido ricercatore i soldi ci sono. Io ho fondi pubblici e privati da 8-10 enti».



Assieme a Clerici c’è anche il dottor Renato Maserati, responsabile delle ricerche su Hiv-Aids al Policlinico San Matteo di Pavia. «Ho delle collaborazioni con venti centri clinici italiani, per il progetto Master», dice Maserati.

«A seguito delle terapie in alcuni casi il virus viene azzerato dal plasma. Tecnicamente si chiama risposta virologica e significa che il virus smette di fare danni a livello immunitario». Questa risposta positiva non è però una guarigione, per la quale si sta ancora cercando un vaccino, infatti «a livello generale – spiega Maserati – il virus continua a trovarsi in tutti gli organi. Se va bene, c’è una risposta immunitaria positiva, che vuol dire che i linfociti attaccati dal virus ritornano a valori normali e dunque si sta meglio. Senza i farmaci il numero di linfociti continua a scendere e il rischio aumenta sempre più: dalla polmonite alle infezioni virali, dalla meningite alla morte. In un Paese come l’Italia il problema è che i pazienti non prendono i farmaci. Certo, è dura vivere con cinque, sei pasticche al giorno per tutta la vita, ma non si può fare altrimenti».



Sia Clerici che Maserati, come tanti altri ricercatori italiani, concordano sulla mancanza di informazione sulla malattia: «I ricoveri sono crollati e i decessi sono diminuiti, ma aumenta il numero di infettati, perchà© è calata l’attenzione», commenta Maserati.



«In Italia c’è un sistema di sorveglianza solo sulle infezioni conclamate, ovvero sull’Aids – continua Clerici – ma secondo le statistiche ospedaliere, ogni giorno si contano otto-dieci nuovi casi di infezione, quattromila ogni anno. La cautela è diminuita, anche i media non parlano più dell’Aids. Tra i motivi il fatto che siamo in un Paese cattolico, e poi c’è la rassicurazione che grazie alla medicina non si muore più. àˆ scomparso ogni vero messaggio di prevenzione».


Poco distante, Vincenzo Summa osserva i poster con i risultati del lavoro dei colleghi. Lavora a Roma per il dipartimento di chimica della compagnia farmaceutica multinazionale Merck ed è venuto a Toronto per la presentazione di una nuova molecola che promette di superare le terapie oggi in uso. «Presentiamo un nuovo inibitore, una molecola di nome MH-0518, che inibisce l’Hiv Integrasi, ovvero l’enzima essenziale alla replicazione del virus. Se entra sul mercato apre una nuova via di trattamento. Per adesso abbiamo avuto una percentuale altissima di risposta positiva e non ha mostrato effetti collaterali. Siamo nella fase tre, l’ultima prima dell’ingresso sul mercato», spiega il chimico.