Vangardist: la rivista scritta con il sangue di persone HIV+

Con la nuova campagna firmata da Saatchi & Saatchi Switzerland, la rivista Vangardist, una testata maschile bilingue tedesco/inglese, invita i suoi lettori ad adottare un approccio pragmatico nei confronti dell’Aids, liberandolo dal pregiudizio sociale che circonda la malattia.vamgardist

In concomitanza con uno dei maggiori eventi mondiali legati all’HIV – il “Life Ball” – che si tiene ogni anno a Vienna, città dove ha sede la redazione della rivista, tutte le 3.000 copie del numero di primavera di Vangardist sono state stampate usando un’inchiostro mescolato con il sangue HIV-sieropositivo donato da tre persone infettate dal virus.

Ovviamente la rivista è stata prodotta applicando i più severi parametri di sicurezza, secondo le linee guida elaborate delle università di Harvard e di Innsbruk, ed è totalmente priva di rischi per chi la maneggia; ma le polemiche e le discussioni che ha scatenato sono state molto vivaci.
Proprio l’obiettivo che si voleva raggiungere, poiché nonostante 30 anni di campagne mirate e gli sforzi di attivisti e ricercatori l’HIV continua a essere la sesta causa di mortalità al mondo. Un dato che contraddice la percezione dell’Aids come qualche cosa di vecchio, che non fa notizia e di cui parlare una o due volte l’anno in occasioni istituzionali.
Di qui la decisione di Vangardist di riaccendere il dibattito sulla malattia e sul pregiudizio sociale, considerato da tutti come una delle cause che ne rendono difficile il contrasto.

“Come testata lifestyle”, commenta Julian Wiehl, Publisher e CEO di Vangardist, “siamo convinti di dover affrontare i temi che innervano la società attuale. E che cosa di più attuale del fatto che si registrano ogni anno l’80% di casi di HIV in più rispetto a dieci anni fa, e che il 50% dei contagiati viene identificato troppo tardi per essere curato al meglio a causa della renitenza a sottoporsi agli esami per non affrontare la stigmatizzazione sociale che ne deriva?”.vangardist_hiv_edition
“Questa vicenda dimostra che nulla è impossibile”, conclude Jason Romeyko, Executive Creative Director di Saatchi & Saatchi Switzerland. “Quando siamo stati contatti da Vangardist perché li aiutassimo a elevare il livello di consapevolezza del problema in occasione del Life Ball, capimmo subito di avere di fronte un cliente “coraggioso”. Con questo progetto unico nel suo genere abbiamo puntato a sconfiggere i pregiudizi, trasformando il media stesso nella “radice” del pregiudizio. Quando le gente prende in mano una rivista in cui ogni parola, ogni riga, ogni immagine è stampata con inchiostro “contaminato” dall’HIV, con questo stesso gesto infrange il tabù sociale”.

Il numero di primavera di Vangardist è disponibile nelle edicole e online.

Fonte: ADV Strategie di Comunicazione