14.000 nuove infezioni di epatite B in Italia ogni anno

“àˆ vietato abbassare la guardia contro il virus HBV” è l’allarme lanciato dagli esperti e del presidente della SIMIT Giampiero Carosi: “quotidianamente muoiono circa quattordici persone a causa delle conseguenze dirette dell’infezione generata dal virus dell’epatite B”.
Carosi, che fa capo all’Università  degli studi di Brescia, ha spiegato che sono ben oltre seicentomila i portatori del virus in Italia, duecentocinquantamila dei quali sono immigrati.

Nonostante in Italia sia prevista la vaccinazione obbligatoria anti-HBV sin dal 1991, i numeri sono ancora preoccupanti e una raccomandazione dell’Unione Europea ha spiegato che è necessario “un approccio olistico alla malattia, maggiori informazioni al pubblico, integrazione sociale dei malati e, appunto, la necessità  di consigliare il vaccino a tutti gli immigrati provenienti da zone a rischio, e negli istituti penitenziari“.

 

Secondo Alfonso Mele, ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità  (ISS) e responsabile del sistema di monitoraggio della diffusione dell’epatite B SEIEVA “bisognerebbe evitare gli allarmismi e puntare alle categorie a rischio ovvero a quelle persone che hanno rapporti sessuali con più partner, tossicodipendenti, conviventi di persone positive all’HBV e a coloro che si rivolgono a piccoli ambulatori per interventi estetici”.

Tra i problemi-clou legati alla diffusione del virus certamente si colloca quello relativo alla popolazione immigrata, come ricordato dal presidente della Commissione Igiene e Sanità  del Senato Ignazio Marino: “anche i clandestini presenti sul territorio italiano possono oggi accedere alle cure e all’assistenza medica del Servizio Sanitario Nazionale servendosi dello status di straniero temporaneamente presente (STP). La loro presenza in una struttura pubblica, inoltre, non comporta alcuna segnalazione al Ministero degli Interni”.

 

Fonte: Fegato.com