Consensus Workshop on the Treatment Management of the naive Hiv Infected Patients

    Articolo di Susanna Betto -NPS Umbria


Ho partecipato al workshop che il 4/5 ottobre si è svolto a Perugia, finalizzato a produrre delle nuove linee guida nazionali atte a stabilire obiettivi e metodologie di cura , per ottenere a lungo termine i migliori risultati possibili in pazienti HIV naive perchà© l’alta tossicità  delle terapie ha una rilevanza importante nella scelta e quindi nella gestione e assunzione continuativa delle stesse.


    L’intervento del prof. Baldelli si è basato sulle linee guida e la loro fondamentale importanza per una corretta scelta terapeutica.
Il prof. Vescini è intervenuto sulla prolungata aspettativa di vita attuale del paziente hiv/aids rispetto al passato, grazie alle nuove terapie antiretrovirali.
Il prof. Borderi si è concentrato sull’importanza del test di resistenza, oggi ancora pi๠efficaci, nel verificare l’efficacia delle terapie e le combinazioni migliori.
Il prof. Perno ha parlato sulla semplificazione della terapia per una maggiore compliance a lungo termine. Avere un regime semplice e meno gravoso, aiuta.
La dottoressa Castagna è intervenuta sulla possibilità  d’interruzione della terapia come semplificazione della stessa, (quella che conosciamo come pausa terapeutica, a suo tempo suggerita da noi fin dal tempo del GNPS Anlaids), si è discusso sui pro e sui contro, di come e quando.
E’ stato particolarmente interessante lo studio sulle mutazioni genetiche del virus del prof. Mussini.

Durante la sessione pomeridiana i partecipanti sono stati divisi in 4 gruppi di lavoro, per estrapolare e produrre delle linee guida, raccomandate per valutare la migliore scelta terapeutica in pazienti co-infetti hiv/hcv, ed inoltre sempre pi๠spesso diabetici, cardiopatici, affetti da osteoporosi.



Io ho partecipato al 2° gruppo: virological sequencing opportunities del dott. Gianotti.
La mattina del 5 tutte le linee guida prodotte dai 4 gruppi di lavoro sono state votate, modificate, criticate e infine approvate come linee guida  nazionali a cui fare riferimento per programmare terapie efficaci in pazienti hiv naive.
Sono intervenuta sull’utilità  di cominciare la terapia antiretrovirali senza bombardare subito con terapie aggressive anche quando i numeri non lo richiederebbero.
Con un buon numero di T4 e la carica virale bassa non ho trovato valido il suggerimento di cominciare subito con terapie molto tossiche, cercando di aggredire subito il virus, perchà© sappiamo che l’organismo s’invalida abbastanza velocemente. Inoltre la coinfezione stessa, richiede un occhio ancor pi๠di riguardo al fegato. Cirrosi e carcinomi sono una costante abbastanza fissa purtroppo.
Ho ribadito ancora una volta che sarebbe opportuno parlarne e concertare col paziente, visto che sarà  lui ad ingerire i farmaci e a dover gestire una cura per (si spera) molti anni.
Hanno preso atto della mia visione da paziente ma la mia impressione è stata che i giochi fossero già  stati fatti. I capoccioni parlano e i gregari annuiscono.


Susanna Betto. NPS Umbria.