La tutela della salute dei detenuti passa al SSN

    I ministri della Salute e della Giustizia, Livia Turco e Luigi Scotti, hanno sottoscritto ieri, con il Presidente del Consiglio Romano Prodi, il decreto attuativo che stabilisce il passaggio della tutela della salute dei detenuti italiani al Ssn. Con questo passaggio saranno trasferiti al Fondo sanotario nazionale 488,4 milioni di euro in tre anni per finanziare i servizi che il Ssn dedicherà  alla medicina penitenziaria. Di questi, 157,8 milioni sono stati stanziati per il 2008, 162,8 per il 2009 e 167,8 milioni a decorrere dal 2010.


Saranno effettuate visite mediche e psicologiche all’inizio della detenzione, con particolare attenzione a tossicodipendenza, hiv e malattie mentali, e ad un corretto uso di farmaci

    Sono oltre 5mila i lavoratori formalmente contrattualizzati che ora passeranno al Ssn. Resteranno invece sotto il ministero della Giustizia gli psicologi che avevano un contratto per l’osservazione e il trattamento dei detenuti, ai fini delle misure alternative.


Per il recupero e il reinserimento sociale dei malati psichici, i servizi psichiatrici saranno inseriti nei servizi sanitari generali della Asl, in gestione congiunta con i servizi e le istituzioni territoriali. Per curare i disturbi psichiatrici insorti durante la detenzione saranno create in ogni carcere delle sezioni di cura apposite.


Per monitorare la salute dei detenuti, dall’ingresso in carcere fino all’uscita, si pensa ad un sistema informativo alimentato da cartelle cliniche informatizzate. Saranno effettuate visite mediche e psicologiche all’inizio della detenzione, con particolare attenzione a tossicodipendenza, hiv e malattie mentali, e ad un corretto uso di farmaci.


Per gestire hiv, tbc ed epatite, che sono tra le malattie infettive più segnalate in carcere, si faranno dei protocolli con una guida delle misure di barriera e delle procedure di isolamento, programmi di immunizzazione primaria, terapie preventive per soggetti già  infetti, e uno specifico programma per la salute della popolazione immigrata. Si interverrà  anche sulla riduzione dei rischi di suicidio con programmi mirati e le tossicodipendenze. Per i sert che operano negli istituti penali si pensa all’istituzione di un’area a custodia attenuata per le fasi di astinenza.


A seconda della capienza dei carceri, si propone di istituire servizi multiprofessionali per prestazioni di base e specialistiche.


Fonte: IlBisturi