Toronto YouthForce

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Una selezione degli articoli del Media Team della Toronto YouthForce2006

    
Cos’è il programma giovani?

Il programma giovani AIDS2006 comprende la significativa partecipazione, integrazione ed inclusione delle persone giovani (15-24 anni) in tutti i livelli della conferenza compresi quelli di sviluppo e di pianificazione delle iniziative.

La YouthForce è la coalizione globale dei giovani  che comprende gruppi di studenti e networks come The Global Youth Coalition on HIV/AIDS, Taking IT Global, Family Health International, and United Nations Population Fund e rappresenta la voce dei giovani alla conferenza. Il concetto di YouthForce è nato all’International AIDS Conference Barcellona ed è stato introdotto nella conferenza mondiale dal 2004 a Bangkok.

Lo scopo degli attivisti giovani di Bangkok era di promuovere l’importanza dei giovani anche come protagonisti dei lavori congressuali per essere ascoltati e dare il loro contributo essendo definiti i “leaders di domani” : come tali reclamavano di  poter accedere a tutte le informazioni, alle cure, ai servizi, alle risorse e alla politica per poter attuare cambiamenti

Sebbene i giovani rappresentino più della metà  delle persone infette da HIV al mondo, a Bangkok erano solo 450 su 19000 presenze alla conferenza(solo 200 a Barcellona 2002).

Il motto della Bangkok YouthForce era More Youth Voices = Fewer HIV Infections

Nell’Aprile del 2005 GYCA ha inviato all’ International Aids Society(IAS) la proposta di favorire una più ampia partecipazione giovane includendo i giovani HIV+ al congresso 2006.

Proposta che è stata accettata e che si è concretizzata nel AIDS 2006 Youth Activities Programme che ha racchiuso eventi concernenti le maggiori priorità  dei giovani e dedicato spazio per l’incontro e la discussione con gli adulti.

L’obiettivo della Toronto Youth Force è quello di facilitare la collaborazione tra leaders e giovani, sviluppare le capacità  e stimolare la formazione dei giovani in modo che possano partecipare effettivamente e significativamente e promuovere una partenership intergenerazionale, prima, durante e dopo la conferenza.


LIVING POSITIVELY

By Hannah Renglich, Kayley Harrington


Nel forum su Youth Living with HIV/AIDS la discussione è partita dalla personale identificazione  come positivi che assume vari significati e ognuno ha dovuto fare un’introduzione alla sessione inserendo la propria storia in uno dei temi globali dell’epidemia. Dalla testimonianza di Natasha Yong ( ha scoperto di essere hiv+ accidentalmente, dopo una donazione di sangue a scuola 8 anni fà  a Singapore) sale la critica all’attenzione posta, da molte sessioni del congresso, sull’accesso al test, facendo notare quanto non sia giusto dare alle persone la possibilità  di fare il test se poi non hanno l’accesso ai trattamenti considerando il gran numero di persone nelle zone rurali e remote dell’Asia.Marco Gomes, a Canadian living with HIV, aggiunge all’accesso alle cure anche la possibilità  di avere peer-educator e associazioni di supporto con cui confrontarsi. Le famose cure palliative per favorire un miglioramento della qualità  della vita.

La scoperta della sieropositività  – dice un giovane ugandese- ci fa nascondere e tacere perchè verremmo scacciati e discriminati, mentre di diversa opinione è  Makoti Edwin of Tanzania che non crede allo stigma e alla discriminazione perchè è convinto che le persone con cui parla possano imparare qualcosa da lui e dalla sua esperienza. Edwin rappresentante del Network of Young People Living with HIV/AIDS insiste molto per far capire il bisogno di mantenere un atteggiamento positivo e incoraggia gli altri a comprendere che l’hiv non deve essere una vergogna. Si aggrega a lui Mary Ndung’u del Kenya che ribadisce di vivere positivamente insistendo sull’importanza di parlarne con gli altri  e di come accedere ai servizi. Forse più forte del potere delle parole di questi giovani è l’impatto visivo che suscitano, quello di un team forte, speranzoso e determinato.

 

 

Youth and Sports for International Development!

By Mark Hiew

 

La Commonwealth Games Canada organization ha tenuto una discussione sui giochi gestiti dai giovani e le attività  sportive includendo la soccer league  “Kicking AIDS Out” che è attiva in alcuni Paesi dell’Africa Subsahariana tra i quali Namibia, Botswana, and South Africa.

La platea è stata coinvolta in un “botta e risposta” sincopato al grido di “Cowabunga!” e “Senorita!” per animare l’intervento.

Le testimonianze dalla Namibia parlano di un’evoluzione nella preparazione degli studenti delle scuole superiori che hanno partecipato a questo programma che include messaggi nei programmi sportivi e una organizzazione , sviluppata secondo una logica sportiva, costruita intorno alla partecipazione delle studentesse.

L’educazione non è limitata all’HIV, ma include un training comportamentale sul motto:

“più dai più ti aspetti “

Alcuni studenti sono stati aiutati da questo programma per uscire dall’abuso di alcol o droghe, o per sfuggire alle gang locali delle periferie più povere che li trascinavano nello spirale della violenza e dell’illegalità , raggiungendo una maggior fiducia in se stessi

Alcuni dei giochi proposti per dare una chiave positiva al vivere con HIV, per ridurre lo stigma e favorire la discussione:

8 volontari devono trovare il modo di stare tutti in piedi su un singolo foglio di giornale e questo esercizio serve per costruire una comunicazione e organizzare un team per raggiungere l’obiettivo.

Un altro esercizio vede una catena umana di volontari che si tengono per mano mediante la quale un “gatto” deve cacciare un “topo” che rappresenta il comportamento ad alto rischio di contagio da HIV.

Lo stesso tipo di programma è stato avviato anche all’interno delle scuole primarie utilizzando star sportive di vari Paesi africani.

 

 

The A word: Abstinence and ABCs


By Emily Freeburg

Puoi immaginare quanto spaventoso sia entrare nell’adolescenza senza nessuna informazione sul sesso?

Politici e ricercatori discutono sull’efficacia dei programmi ABC mentre molti giovani perdono la loro verginità  ogni giorno.

Un battaglia sull’informazione che raggiunge i giovani.

Gli studi hanno mostrato che i giovani ascoltano informazioni e consigli seguendo uno schema di importanza che vede al primo posto i loro pari(amici e compagni di scuola), poi i media, poi i capi religiosi e infine i genitori.

Ma il significato di astinenza sembra variare in base alla politica.

Significa aspettare fino al matrimonio, ma cosa devono fare le spose bambine o le donne all’interno delle relazioni poligame?

Come possono aspettarsi di negoziare l’uso del condom tutte quelle ragazze che nel mondo non frequentano la scuola e le loro madri non hanno mezzi di sussistenza?

“Astenersi spesso” è il significato attuale di abstain.

L’astinenza significa che puoi baciare e scherzare senza la penetrazione? E’ questo il messaggio?

L’efficacia del condom è stata provata 100 volte di più dell’educazione alla sola astinenza.

Nessuno può ritenere che ritardare il debutto alla vita sessuale sia giusto


Sono stati riportati dati sui risultati dell’ABC in Uganda, Kenya e USA anche se il vero significato di astinenza non è chiaro per nessuno: alcuni definiscono astinenza come “essere fedele ad un  partner fedele””¦”¦”¦”¦..

 

Programmi che possono funzionare in un’area non sempre sono adatti per altre zone.

In Romania il 40% dei giovani non ha informazioni sull’HIV e molti HIV+ giovani sono stati contagiati da trasfusioni di sangue intorno al 1980 ma i loro genitori glielo hanno tenuto nascosto. Ora counsellor e psicologi lavorano con loro in gruppi di supporto

 

 

Youth Demand Real Commitments


By Kayley Harrington

 

I giovani all’International AIDS Conference sono stati come una bufera.

Un programma per loro, workshops, organizzazioni, e delegati si sono visti ovunque con una domanda ben precisa agli adulti: cosa avete intenzione di fare?

Non è rimasta a lungo retorica.

Molti sono stati gli impegni concreti presi con i giovani da delegati tra i quali Bill and Melinda Gates, David Miller, the Mayor for City of Toronto (Canada), and Mary Robinson, former UN High Commissioner for Human Rights e il Ministro della salute del Messico, prossima sede per la conferenza mondiale del 2008, ha già  detto che raddoppierà  il numero dei giovani invitati a partecipare.

L’impatto dei giovani partecipanti sul programma HIV-AIDS e sulle decisioni politiche nel mondo è incommensurabile.

 

Hip hop and Reggae Dance for change in campaigning against HIV/AIDS


By Leonard Boniface

 

 

Hip-hop e Reggae Dance usano messaggi semplici e immediati per raccontare la vita di tutti i giorni; messaggi che vengono ascoltati e seguiti dai giovani con molta più allegria e facilità  di altri anche perchè l’accesso alla musica è mondiale.

Inserire messaggi che informano sull’HIV-AIDS in un contesto musicale di questo tipo e con il gergo (slang) usato dai giovani, ha un enorme impatto.

Il fatto poi di creare musica e partecipare ad uno spettacolo può favorire anche il raggiungimento del sogno di salire su un  palcoscenico, sogno che spesso appartiene a giovani di tutto il mondo e che può stimolare ulteriormente ad aggregarsi ad altri.

 

Naturalmente  il tipo di messaggio e di musica deve essere adatto al contesto del paese in cui si intende agire, ma le esperienze portate ad esempio sia canadesi che africane hanno dato dei buonissimi frutti.

 

 

Closing Up …

by: Kayley Harrington

 


The dismantling of the Global Village has slowly begun.  Each booth that was carefully designed and constructed to display items to full effect is now being removed panel by panel.  Each poster and picture hung up with care is being taken down and stacked up.  Volunteers are packing up and taking down what they can without making the place seem too empty too soon.

 

Delegates and visitors have just a few more hours of formal sessions, networking and , exploring the cultural center of the International AIDS Conference.  A speaker from one of the session rooms can be heard on a microphone, his words not quite distinguishable, but, I assume, he is attempting to capture his experience in a few summarizing words. 

 

The final day consists of exchanges of business cards, the closing ceremonies, and hurried good-byes,.  AIDS 2006 has come to an end.  “Overwhelming” would be the key descriptive word for the week.  The walls of the Youth Pavilion are almost bare.  A few lone pictures remain, waiting for their owners to come and claim them.  The chairs have been stacked and the usual crowds have dwindled. 

 

Next week, delegates will be back at work in their home countries.  Back to the routine of daily living, back to the realities of families, organizations, and everything else that they had left.  While a week usually does not feel like a long time, the past five days have been so packed full of events and information, that a month could have passed by and no one would have noticed. 

 

No matter what people’s expectations were, every one of the 25,000 delegates who attended this conference will be bringing something back with them.  Some will bring back new ideas and creative energy for their programs.  Others will bring back new information and resources. But all of us will bring back new contacts from our time in Toronto ““ new friends made with the hope of developing new partnerships.