Vaccino anti-HPV utile anche per i tumori maschili


A più di tre anni dall’introduzione della vaccinazione contro il Papillomavirus, la Società  Italiana di Virologia (SIV) ribadisce il suo impegno sul tema.


Il contesto è quello della quarta edizione del Congresso Europeo di Virologia, in corso in questi giorni a Cernobbio, nell’ambito del quale sono intervenuti alcuni tra i massimi esperti internazionali e nazionali di HPV e prevenzione del tumore della cervice uterina e delle altre patologie correlate.
“Due anni fa ““ commenta il prof. Giorgio Palù, presidente della SIV ““ abbiamo pubblicato le linee guida per la prevenzione delle neoplasie della cervice uterina. Ora stiamo lavorando ad un loro aggiornamento con l’obiettivo di allargare le prospettive di ricerca, diagnostica e prevenzione primaria e secondaria. Sappiamo ““ aggiunge Palù, Preside di facoltà  ed Ordinario di Microbiologia clinica all’Università  di Padova ““ è che l’HPV è responsabile di molte patologie, non solo tumorali e non solo femminili. Sappiamo, inoltre, che grazie alla vaccinazione possiamo prevenire efficacemente un ampio numero di queste malattie”.

Ma quali sono le nuove frontiere della vaccinazione anti HPV?
“I dati sul vaccino quadrivalente anti HPV ““ spiega il prof Elmar Joura, Professore associato presso la Divisione di Ginecologia e Ostetricia dell’Università  di Vienna ““ hanno già  dimostrato l’efficacia nelle giovani ragazze che non hanno mai incontrato il virus, ma ormai appare chiaro anche quali siano i benefici per le donne fino a 45 anni; donne che, avendo avuto un’infezione da HPV risolta però dal proprio sistema immunitario, sono protette totalmente dai tipi di HPV maggiormente importanti”.

Quando si parla di vaccinazione, tra le questioni aperte c’è quella della durata nel tempo e la “˜misurabilità ‘ dell’efficacia della vaccinazione stessa. “Benchà© per molti vaccini la produzione di anticorpi a seguito di vaccinazione sia usata per stabilire un correlato di protezione, per la vaccinazione anti HPV questo assunto non vale. Non si può misurare ““ spiega la professoressa Margaret Stanley, Direttore del Dipartimento di Patologia all’Università  di Cambridge ““ la protezione dall’infezione da HPV o la prevenzione delle malattie ad esso correlate attraverso la misurazione degli anticorpi indotta dal vaccino. L’unico indicatore valido per misurare la protezione a lungo termine è e resta la capacità  di prevenire realmente le malattie attraverso un monitoraggio della popolazione vaccinata nell’ambito di una strategia di sanità  pubblica”.
“A dimostrazione di questo ““ aggiunge la Stanley, tra i massimi esperti di patologie da HPV ““ ci sono già  dei dati. L’evidenza arriva dall’Australia dove dopo un anno di vaccinazione con il vaccino quadrivalente HPV si è osservato un drastico calo dei casi di condilomatosi genitale in donne con meno di 28 anni”.
I condilomi genitali sono una tra le malattie sessualmente trasmesse più comuni, in particolare tra i giovani, causata principalmente dai tipi di HPV 6 e 11. Solitamente i sintomi di questa malattia si manifestano a distanza di pochi mesi (3-6) dall’incontro con il virus. I risultati provenienti dallo studio australiano rappresentano il primo segno tangibile della capacità  che questo vaccino ha nell’apportare benefici concreti sulla salute.
“Essere in grado di diminuire i casi di condilomi genitali dopo l’immunizzazione con un vaccino contenente i tipi di HPV 6 e 11 ““ conclude la Professoressa ““ è il primo e miglior indicatore della protezione a lungo termine”. Il Papillomavirus umano è responsabile di molte patologie che afferiscono l’area genitale. La più grave e quella con la massima incidenza è il cancro del collo dell’utero che, tuttora, rappresenta la seconda causa di morte per tumore tra le giovani donne.

L’HPV è anche causa di forme tumorali che interessano altri organi dell’area genitale. “Quello che oggi possiamo affermare ““ spiega il prof Carlo Liverani, ginecologo oncologo presso la Clinica Mangiagalli di Milano ““ è che questo virus non è solo un nemico delle donne. L’HPV è responsabile di quasi tutti i carcinomi dell’ano e di quasi la metà  di quelli del pene, di alcuni tumori di testa e collo, oltre alla quasi totalità  delle condilomatosi floride anogenitali, malattie benigne, ma gravate da notevole morbilità , ansia e costi economici molto elevati. Negli studi clinici ““ aggiunge Liverani ““ i ragazzi dai 10 ai 15 anni hanno dimostrato una risposta immunitaria al vaccino HPV simile a quella delle ragazze, supportando cosଠl’efficacia del vaccino nei maschi. Per limitare drasticamente la circolazione di questo virus il fine da portare avanti è una strategia vaccinale che non si rivolga solo alle donne ma che interessi anche gli uomini.
Lo scopo della vaccinazione profilattica anti HPV ““ prosegue il prof Liverani ““ dovrebbe essere quello di ridurre l’incidenza di tutte le patologie genitali HPV-correlate, compresi i cancri e le lesioni pre-neoplastiche di cervice, vagina, vulva, ano e pene. Inoltre, per le pazienti che ricevono il vaccino quadrivalente, ci si attende una riduzione dell’incidenza dei condilomi genitali”. Un esempio pratico ci arriva dall’Austria dove, già  da tempo, viene raccomandata anche la vaccinazione dei ragazzi all’interno del programma di prevenzione anti HPV.
“La vaccinazione anti HPV nei ragazzi ““ spiega ancora il prof Joura ““ può effettivamente ridurre il tasso di condilomatosi negli uomini e probabilmente in futuro ridurrà  anche il tasso di altri tumori HPV correlati nel tratto genitale e orofaringeo. Vaccinare entrambi i sessi interromperà  la trasmissione del virus con più efficacia e potrà  aumentare l’adesione ai programmi vaccinali”.”


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