Altro che 1 dicembre!

Comunicato stampa di NPS Italia
Questo 1 dicembre è da considerarsi il più critico degli ultimi decenni: se già prima di Hiv si parlava solo intorno al 1 dicembre, quest’anno a parlarne con la competenza che ne conviene saranno per lo più le associazioni di attivisti lasciati soli anche dalle istituzioni locali che sono state fagocitate dall’emergenza Covid insieme al Ministero della Salute: ed è anche a loro che quest’anno ci rivolgiamo.
Sin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 si è palesato il significativo impatto sulla vita delle persone HIV+, con conseguenze, in termini di salute individuale e collettiva, ancora non pienamente quantificabili, ma certamente allarmanti.
NPS Italia Onlus ha già denunciato pubblicamente nel mese di ottobre scorso l’accesso difficoltoso ai reparti di malattie infettive per le persone con Hiv sia nel periodo di cosiddetto lock-down che nelle fasi successive fino ai giorni odierni in cui persone in Aids ricoverate in reparti Hiv, in fase acuta dell’infezione, sono state trasferite in reparti non competenti con conseguenti rallentamenti nella cura. Tutto ciò a causa di decreti regionali e di conseguenti note delle Unità di Crisi che sull’onda dell’emergenza stanno di fatto sospendendo il diritto alla appropriatezza di cura delle persone con Hiv. Di fatto si sta verificando l’abolizione dei posti letto dedicati alle persone con Hiv a suon di ordinanze che non tengono conto della legge n.135/90 la quale nei piani di interventi contro l’Aids all’art.1 e art.2 ha legiferato sulla costruzione e ristrutturazione dei reparti di malattia infettive appositamente dedicati e che quindi per legge devono essere tutt’oggi garantiti a quanti ne hanno diritto. Non è possibile che non si garantisca nei reparti di malattie infettive anche dei reparti covid free per chi ha delle patologie infettive in acuto come l’HIv e l’Epatite che da sempre sono stati seguiti in questi reparti.
NPS – dice la presidente Margherita Errico – ha infatti ricevuto numerose segnalazioni di situazioni di disagio, e in qualche caso anche di disperazione da parte di pazienti che ci chiamavano lamentando una sostanziale impossibilità di accesso sia per le periodiche visite di controllo, sia per il ritiro dei farmaci, per non parlare dei ricoveri.
Come se non bastasse sin dall’inizio del lock down, NPS – continua la presidente- ha raccolto segnalazioni anche relativamente ai contesti lavorativi più disparati, dove si sono verificate continue violazioni o distorsioni interpretative delle norme che presiedono agli accertamenti sanitari dei lavoratori in condizioni di fragilità. A molti lavoratori viene richiesto di rilasciare – ad organismi che NON sono di natura pubblica e deputati all’adozione di misure di salute pubblica – dichiarazioni confidenziali sul proprio stato di salute.
E’ quindi fondamentale tornare a ribadire che, in linea generale, la Legge n. 135/90 fa divieto ai datori di lavoro pubblici e privati di svolgere indagini sullo stato sierologico dei propri dipendenti o dei candidati all’assunzione, salvo l’occorrenza di ben individuate circostanze che giustifichino, secondo una valutazione rigorosamente condotta caso per caso da parte del medico del lavoro. E’ importante che tutti i lavoratori siano consapevoli del fatto che l’emergenza da Covid-19 in atto non giustifica in alcun modo la violazione delle vigenti disposizioni a tutela della riservatezza dei dati sanitari, anche per quanto riguarda la comunicazione della/e patologia/e che siano alla base del riconoscimento di una invalidità civile o di una disabilità ai fini del riconoscimento di benefici in ambito lavorativo.  
Quindi, crediamo che sia urgente una celere risposta delle Istituzioni sanitarie al fine di riportare il funzionamento del SSN ad una sua coerenza, intervenendo in tutte le aree d’ombra che la gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ha permesso si creassero o si espandessero più di quanto già non fossero presenti, spesso a danno dei soggetti più fragili e vulnerabili.
In ogni caso NPS segnala ad integrazione di tutte queste carenze il suo supporto alle persone con Hiv con la consegna farmaci Arv a domicilio, il sostegno alle persone vulnerabili con la consegna a domicilio del self test e del check point per la diagnosi con test rapido capillare, fermo restando la continuità del servizio di counselling per problemi di stigma e discriminazione (cell 346 2368858) e la prevenzione all’Hiv tra i giovani 14-18 anni che stanno continuando a ricevere attraverso webinar on – line grazie alla didattica a distanza. Proprio in virtù del momento che stiamo vivendo e del distanziamento sociale che ci vediamo costretti a dover vivere abbiamo anche pensato insieme ai Ragazzi della Panchina, coi quali collaboriamo da anni, di lanciare una campagna di prevenzione e sensibilizzazione virale fatta di 4 episodi- video giochi “non solo il 1 dicembre”.