I possibili problemi psichiatrici

Di Carmen Mellado

A tutti è noto che con le nuove terapie antiretrovirali l’AIDS è diventata una malattia cronica. L’importante è mantenere una buona compliance farmacologica (aderenza al trattamento), cosa non sempre facile per tutte le malattie croniche. Il rischio di interrompere la terapia HAART o di prenderla in modo discontinuo è inevitabilmente un peggioramento della malattia.

Fra i fattori di rischio di una diminuzione dell’aderenza al trattamento dobbiamo considerare l’abuso d’alcool e di sostanze stupefacenti e la depressione.

Statisticamente si è dimostrato che nel 2020 la depressione sarà la seconda causa di disabilità dopo le malattie cardiovascolari nella popolazione generale.

Perché è molta importante fare attenzione all’insorgenza di una depressione nei pazienti HIV/AIDS?

1. Perché la depressione di presenta spesso nel corso di malattie mediche e non diagnosticarla e di conseguenza trattarla peggiora la prognosi delle patologie organiche;

2. La depressione è peggiorativa sulla risposta immunitaria (i pazienti depressi presentano una riduzione dell’attività dei Natural Killer e linfopenia) e quindi sul decorso dell’infezione da HIV;

3. Diminuisce l’aderenza alle terapie;

4. La depressione è la responsabile di un incremento di mortalità nella cardiopatia ischemica;

5. La depressione può aumentare il rischio di cardiopatia coronarica.

Lo stress di convivere con una malattia cronica può far venire la depressione, ma la depressione può venire anche come effetto collaterale di molti farmaci (anche con alcuni antiretrovirali).

Sussiste poi il problema delle dislipidemie in corso di terapia HAART, che sommato alla normale tendenza di aumento di colesterolo e trigliceridi con l’avanzare dell’età e dell’insorgenza di diabete di tipo 2 porta ad un aumentato rischio di patologie coronariche. Come segnalato prima, vi è un’aumentata incidenza di depressione dopo eventi cardiovascolari.

Anche il fattore età ha a che fare con l’insorgenza della depressione in molti individui; con l’età si va incontro a numerose perdite:di parenti, di amici, di salute, di bellezza e prestanza fisica, di status sociale (nella società occidentale il vecchio, il pensionato conta poco rispetto a quando si era in piena attività lavorativa), perdite economiche ecc. Il tutto rende l’individuo più a rischio di sviluppare depressione.

La depressione viene spesso sottovalutata e sotto diagnosticata anche dal personale sanitario che tende a giustificarla con la frase “poverino, con  tutto quello che ha avuto”, come se una malattia, per il solo fatto di capire le cause che l’hanno scatenata, non si debba curare.

In base a quanto detto fino ad adesso, è importante per i pazienti ed i familiari sapere a quali sintomi dobbiamo prestare attenzione per non sottovalutare una depressione:

  • Tristezza;
  • Mancanza di piacere per le cose che abitualmente ci davano piacere;
  • Senso di colpa;
  • Perdita dell’attività sessuale;
  • Perdita di speranza;
  • Apatia e perdita di energia;
  • Pensieri di morte;
  • Disturbi dell’appetito (con aumento o diminuzione del peso corporeo);
  • Disturbi del sonno: insonnia o ipersonnia (dormire poco o dormire troppo);
  • Perdita della concentrazione e memoria per disattenzione;
  • Indecisione;
  • Agitazione o rallentamento psicomotorio;
  • Sentimenti di incapacità o inadeguatezza.

Se di questi sintomi prima elencati ne avete 4 o 5 e durano da più di 2 settimane chiedete semplicemente aiuto al vostro medico curante che valuterà la necessità di inviarvi dallo specialista psichiatra.

Soprattutto non vergognatevi perché la depressione è un disturbo dell’umore che non dipende né dal carattere né dalla personalità o intelligenza né dalla forza di volontà. Essere depressi e andare dallo psichiatra non equivale a essere matto, questo è un pregiudizio che ritarda l’inizio della cura e può portare a conseguenze irrimediabili.

Ai familiari e amici dei pazienti depressi consiglio sempre di evitare l’errore di dire “cerca di reagire” oppure “non ti manca niente”. La depressione comporta, come avete letto dai sintomi elencati, un’estrema difficoltà ad eseguire le normali attività della vita quotidiana. E’ difficile stare vicino ad un depresso, non si sa come aiutarlo: basta stargli vicino, che sappia che può contare su di voi. Se il vostro parente passa la giornata al buio, a letto e verso sera si alza e magari esce non è che sta approfittandosene per non far niente, l’andamento naturale della depressione comporta questi ritmi, stanno peggio al mattino e migliorano verso sera.

 Altri errori frequenti sono:

  • Prende già tanti farmaci…come se curare la depressione fosse un optional;
  • L’antidepressivo dà dipendenza, è falso, la dipendenza la danno soltanto gli ansiolitici;
  • L’antidepressivo modifica la personalità, è falso;
  • L’antidepressivo dà una falsa felicità, falso.

L’antidepressivo è curativo, mentre l’ansiolitico è sintomatico. E’ l’equivalente di avere un ascesso ad un dente, l’antibiotico è curativo mentre l’antidolorifico è sintomatico. L’antidepressivo non è un nemico, è un nostro alleato nella lotto contro il male oscuro, la depressione, che è il vero nemico.

Consiglio alcune regole di vita per sfuggire alla depressione:

a. Alimentazione regolare e variata (ogni tanto mangiare una banana che è ricca di triptofano, il precursore della famosa serotonina che regola l’umore);

b. Corsetta mattutina fino a 20 minuti (non serale che può provocare insonnia). In alternativa alla corsa, se non siete allenati, una camminata spedita come se foste in ritardo per un appuntamento);

c. Bagni di luce naturale, non rimanete al buoi;

d. Ad alcuni consiglio un corso di difesa personale per scaricare la rabbia, spesso non riuscendo ad essere assertivi, a dire tranquillamente le cose come le pensiamo per paura del giudizio o rifiuto degli altri, si accumula rabbia, si passa la giornata a rimuginare e questo atteggiamento può slatentizzare la depressione;

e. Non prendete decisioni importanti quando siete depressi;

Infine ricordatevi che dalla depressione se ne può uscire con una cura adeguata.