NPS Italia Onlus & BOHEMIAN RHAPSODY

29 novembre. Esce oggi nelle sale italiane, a ridosso della giornata Giornata Mondiale contro l’Aids che si celebra il 1° dicembre, il film “Bohemian Rhapsody”, che racconta i primi quindici anni di attività dei “Queen”, rock band britannica formatasi a Londra nel 1970.

Il frontman del gruppo, Freddie Mercury, facendo coming-out sulla propria sieropositività due giorni prima della sua morte – avvenuta il 24 novembre 1991 per complicanze che avevano tramutato la sua condizione in AIDS -, è diventato negli anni Ottanta una figura emblematica nella storia di questa infezione.

Per noi persone con HIV i suoi testi e la sua grinta nelle esibizioni sono state e saranno sempre di esempio; questo film, in uscita a ridosso di un giorno così significativo, è l’occasione perfetta per fare informazione e continuare nella lotta allo stigma su HIV e AIDS, poiché nel nostro Paese su questo tema la confusione regna ancora sovrana”.

“Bohemian Rhapsody” celebra la vita di Freddie e la musica dei Queen. Il film descrive i periodi bui, ma questi vengono controbilanciati da un tono celebrativo, racconta la vita sessuale dell’artista e tocca il tema della sua condizione di persona HIV+, per concludersi con la storica esibizione al Live Aid.

Il film riesce a trasmettere il magnetismo del cantante, narrando la sua storia di bambino immigrato da Zanzibar e cresciuto a Mumbai prima di arrivare in Inghilterra dove riesce a imporsi sulla scena musicale raggiungendo un successo planetario.

È all’apice della sua carriera che Mercury contrae il virus dell’HIV.

Sono sicura” – afferma la presidente di NPS Italia onlus, Margherita Errico, “che l’obiettivo dello sceneggiatore sia stato raggiunto in pieno, e che la gente lascerà il cinema in lacrime sì, ma anche con un sorriso che nasce sul volto. Non credo tuttavia – continua Margherita Erricoche il film sia particolarmente sbilanciato sul tema dell’HIV/AIDS. Non si poteva evitare di parlarne e non so se qualcuno abbia mai voluto realmente farlo. È un po’ assurdo che in tanti abbiano giudicato un film da un minuto di trailer. La pellicola doveva avvicinarsi in modo delicato alla vita di Mercury e lo ha fatto La malattia rappresenta un momento importante nel film, uno di quei momenti tristi che, però, riescono a trasmettere forza e che mostra quanto ci affidiamo al potere dell’amicizia e della famiglia per superare le fasi più difficili della vita. Molte persone, come me, hanno vissuto e vivono ancora oggi gli stessi sentimenti che Freddie Mercury vive in alcune scene come, ad esempio, la paura e l’ansia che nascono dalla necessità di mascherarsi per non farsi riconoscere quando si va in un centro clinico per la cura dell’HIV, scena che il film racconta con un tono gentile e di complicità.  Allo stesso modo molti di noi hanno vissuto e vivono sempre con un misto di sentimenti contrastanti il momento in cui diventa necessario, quasi un’esigenza, comunicare agli affetti più cari la propria condizione di persona che vive con l’Hiv, e la forza straordinaria che scaturisce da questi momenti. Scene come quest’ultima possono dare la forza di dichiarare la propria condizione sierologica, consapevoli che in questi casi siamo tutti uguali e abbiamo tutti le stesse paura. L’AIDS e l’HIV sono ancora oggi una terribile minaccia per molte persone in tutto il mondo. Ai tempi di Freddie, tra il 1982 quando ha avuto la diagnosi fino a quando nel 1991 la malattia lo ha portato via, di AIDS si moriva poiché le terapie antiretrovirali erano appena apparse  e pochi sono sopravvissuti fino a oggi, con oltre 30 anni di storia di malattia sulle spalle. L’AIDS e l’HIV sono ancora oggi una terribile minaccia per molte persone in tutto il mondo. Esistono, sono reali e credo che sarebbe stato sbagliato non parlarne in questo film dalla potenza straordinaria!”.

29 novembre 2018

Margherita Errico

Presidente Nazionale NPS Italia onlus

 

Di seguito il comunicato stampa in PDF: Comunicato Stampa NPS