PARLARE DI HIV NEL MODO CORRETTO È FONDAMENTALE. LA PREVENZIONE PARTE ANCHE DA QUI

COMUNICATO STAMPA – 15 MARZO 2017

 

NPS Italia Onlus si adopererà affinché si possa sviluppare un incontro tra l’associazione e l’ordine dei giornalisti, per promuovere una giusta informazione e sensibilizzare sui rischi del contagio.

Roma, 15 marzo 2017 – La prevenzione dell’HIV passa anche dalla corretta informazione e dalla consapevolezza delle azioni che si possono mettere in campo. Il ruolo dei media è fondamentale per sensibilizzare il pubblico sui rischi del contagio. Ecco perché NPS Italia onlus sta programmando un meeting per i giornalisti chiedendo la collaborazione dell’Ordine di Roma e di Milano. Il meeting sarà tenuto da attivisti, infettivologi, esperti del settore. Nell’ultimo congresso nazionale ICAR 2016 NPS ha lanciato l’idea di un glossario sull’Hiv. Per esempio la dicitura “sieropositivo” è sbagliata, si può essere sieropositivi a qualsiasi test, per esempio a quello dell’herpes. Meglio utilizzare “persona che vive con Hiv”. Anche in Italia è necessario promuovere un uso corretto dei termini, come avviene già da tempo anche in altri paesi.

La questione va aldilà della privacy. Non sappiamo se Marco Prato sapesse o no di essere sieropositivo al virus dell’HIV. Non è compito nostro giudicarlo. Una persona che è negativa e partecipa a un’orgia o a un incontro sessuale non protetto sa che rischia l’Hiv ma anche la gonorrea e qualsiasi malattia sessualmente trasmissibile. Nel 2017 non può non essere consapevole di questo, c’è sempre una responsabilità individuale, condivisa al 50% con il partner. Se un individuo è sieropositivo e non lo sa allora noi non dobbiamo e non possiamo nemmeno parlarne perché si tratta di una persona inconsapevole al momento dei fatti del proprio stato sierologico.

Se lo sa e ha scelto di non dirlo e di non usare precauzioni si entra in una materia complicata, si possono configurare la responsabilità penale, il dolo e la lesione aggravata, ma di certo non sta a noi stabilire a che livello si pone la sua responsabilità. Se lo sa esiste una responsabilità delle persone con Hiv che è individuale, ma anche collettiva. Un comportamento a rischio lede l’intera comunità delle persone con Hiv, comunità che da anni si batte contro lo stigma sociale che colpisce coloro che ne fanno parte. Magari Marco non se ne sente un membro, ma lo è ugualmente.

Questi episodi ci riportano indietro di tanti anni. La responsabilità collettiva impone alla persona con Hiv non di rivelarlo durante un incontro sessuale, ma di poter scegliere tra le diverse precauzioni oggi a disposizione per le persone con HIV, ovvero condom, Tasp (uso corretto delle terapie Arv in modo da azzerare la carica virale e non essere infettivo). Se la persona che ha di fronte non vuole usare protezioni, allora ognuno per la sua strada. Ma anche la persona che si trova coinvolta in questo rapporto sessuale ha la facoltà di poter scegliere: condom, PrEP, PEP e sono tutte cose che nel 2017 chi vive in questa società ed è sessualmente attivo ha il dovere di sapere. Ecco perché la responsabilità è parimenti distribuita.

 

Segreteria NPS Italia
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