Il trattamento: nuove classi di farmaci

Il trattamento anti-HIV si compone di farmaci di diverse classi, che vanno a interferire con il ciclo vitale del virus nei suoi diversi stadi. Ancora non esiste però un farmaco specifico per il primissimo stadio, ossia che impedisca al virus di agganciarsi alla cellula ospite.

Alla Conferenza si è parlato di una terapia combinata che impiega un nuovo inibitore dell’aggancio, e che si è dimostrata discretamente sicura ed efficace. Si profila così la possibilità di elaborare in futuro una nuova classe di antiretrovirali che potrebbe giovare particolarmente ai pazienti con significative resistenze ai farmaci disponibili.

L’inibitore attualmente noto come BMS-663068 è stato sperimentato in un trial multinazionale condotto su 253 pazienti che in precedenza si erano già sottoposti al trattamento. I partecipanti avevano una conta dei CD4 mediana attorno alle 230 cellule/mm3, e molti arrivavano da un fallimento terapeutico con un trattamento di prima o seconda linea.

Circa la metà presentava un ceppo di HIV con almeno una grave mutazione genetica che lo rendeva farmacoresistente; per la sperimentazione, però, il virus doveva essere ancora suscettibile a raltegravir (Isentress), tenofovir (Viread; presente anche in alcune co-formulazioni) e atazanavir (Reyataz).

I partecipanti sono stati randomizzati in cinque gruppi: quattro che assumevano il farmaco oggetto della sperimentazione, in diversi dosaggi; e un gruppo di controllo che assumeva invece atazanavir potenziato con ritonavir. Tutti e cinque i gruppi assumevano inoltre raltegravir e tenofovir.

Alla 24° settimana dall’inizio del trattamento, tutti e cinque gruppi hanno ottenuto risultati simili: sono riusciti ad abbattere la carica virale al di sotto delle 50 copie/ml l’80%  di quelli che assumevano l’inibitore con un dosaggio di 400mg due volte al giorno; il 69% di quelli che assumevano 800mg due volte al giorno; il 77% di quelli che assumevano 600mg una volta al giorno; e il 72% di quelli che assumevano 1200mg due volte al giorno; nel braccio di controllo con atazanavir la percentuale è stata del 75%.

Il BMS-663068 si è dimostrato generalmente ben tollerato ad ogni dosaggio, e non sono stati rilevati problemi circa la sua sicurezza.

Fonte: aidsmap